Due testi di June Scialpi

In Esiste la ricerca14 Novembre 20231 Minuti

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di Xxx

June Scialpi
Da: Condotta del simbionte
(Collana Isola, 2023, illustrazioni di Majid Bita)

 

(ii)

La rabbia è la notizia successiva
un’àncora aperta alla fine dei muscoli
gettata attraverso l’epidermide contro
l’altra pelle nascosta. Quando raggiunge
l’innervatura lascia che il confronto sia
brutale, che spaventi il sistema a morte. Le ramificazioni
non conoscono riposo, il lavoro sottostante
è un moto perpetuo – eppure anche quelle
bloccano il flusso sconvolte da tanta espressione violenta.
Avrebbero preferito scoprirla per natura
dialettica, un giorno come un altro, venire fuori
dalla bocca come una storia.

(ii) ver. 2

Ti sei trascinato sulla salita come un’impronta nel cemento la tua mole faticava ad assestarsi e rallentare non volevi arretrare. Camminarti accanto sembrava una sorta di miracolo assistere a una benedizione come quando vedi certe bestie giganti venire venerate e poi sprofondare nel fango e pensi impossibile.


Francesca Marica risponde a 9 domande su/per Esiste la ricerca

In Esiste la ricerca6 Novembre 20231 Minuti

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di Francesco Muzzioli

Un ‘questionario’ unico viene proposto a diversi partecipanti a Esiste la ricerca. È lasciata la massima libertà nel rispondere (o non rispondere) via mp3, ma è richiesta una serie di condizioni in linea con la natura estemporanea di ELR: i vocali non devono essere ‘preparati’, letti, né (poi) editati, né in sostanza pensati come elementi di una ‘intervista’ calligrafica, bensì pronunciati al microfono e registrati così come nascono. Alle 9 domande che seguono risponde in voce Francesca Marica.

 

  1. Hai partecipato a ELR (quale dei 3 appuntamenti?): come ti è sembrato e che riscontro/parere dai dell’iniziativa?
  2. In sintesi come come definiresti gli appuntamenti di ELR?
  3. Quali i PRO?
  4. Quali i CONTRO?
  5. Pensi ci sia bisogno di incontrarsi dal vivo per parlare di ricerca nell’ambito delle scritture poetiche? E perché?
  6. In che modo una zona di riflessione e scambio come quella ipotizzata da ELR può essere utile alla tua scrittura? (E se lo è)
  7. Se ci fossero prossimi appuntamenti di ELR quali sono temi e argomenti che si potrebbero affrontare dal tuo punto di vista?
  8. Quanto è importante per te che esista un’ambito critico/confronto per ELR?
  9. Quanto è importante per te un confronto generazionale fra autori in ELR?

Ascolta l'intervista a Francesca Marica


Esiste La Ricerca:
uno spazio online

In Esiste la ricerca11 Ottobre 20231 Minuti

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di Marco Giovenale, Antonio Syxty, Michele Zaffarano

Al terzo incontro di Esiste la ricerca (uno a Roma 2022, due a Milano 2023) abbiamo pensato che un alleato laterale e insieme centrale ci volesse: qualcosa come un cavallo sulla scacchiera, capace di scartare di lato senza possibilmente cadere. In poche parole un blog, uno “spazio in rete”.

Per fare che? Per dare spazio a quei discorsi che ELR può non aver toccato, o avere incontrato solo di sfuggita; per pubblicare autori della ricerca letteraria che pensiamo fondamentali, interessanti; e ospitare e conservare (=archiviare senza chiudere) interviste, immagini, audio, testi, video, nell’ottica di un’espansione dell’aspetto dialogico che sta a fondamento di Esiste la ricerca.

Questo è possibile, e qui si realizza, grazie alle competenze e all’attenzione di MTM – manifatture Teatrali Milanesi, che – oltre ad accogliere nelle aree del Teatro Litta i due incontri più recenti di ELR – hanno sposato l’idea del blog, facendone un elemento del loro sito.

Del resto, va detto che la ricerca letteraria, le scritture sperimentali e complesse, già da sempre si accompagnano a spazi e linguaggi teatrali: si tratta di riverificarlo, riaffermarlo, come qui – in queste pagine – ci proponiamo di fare.


Tre accorgimenti per evitare la confusione

In Esiste la ricerca29 Giugno 20226 Minuti

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di Francesco Muzzioli

L’iniziativa di Esiste la ricerca ha preso avvio con l’incontro del 16 giugno 2022 presso lo Studio Campo Boario, a Roma, grazie all’ospitalità di Alberto D’Amico. È lì che si sono incontrati autori, critici, lettori, artisti, curiosi e semplici appassionati di letteratura e arte. L’obiettivo era ed è ancora oggi semplice: parlare della situazione presente della poesia e della letteratura in Italia e ragionare sulle diverse e pressoché opposte articolazioni che in tale contesto assumono invece le esperienze della sperimentazione e della ricerca. Un breve post si è incaricato, pochi giorni dopo, di constatare il successo dell’incontro:
https://slowforward.net/2022/06/21/post-esiste-la-ricerca-la-ricerca-esiste/.

D’ora in avanti, con il tag “Archivio” compariranno di tanto in tanto qui i testi e le eventuali registrazioni che dal giugno 2022 ad oggi si sono susseguiti in stretta connessione con gli incontri di ELR.
Il primo intervento riproposto è di Francesco Muzzioli, che lo pubblicava sul suo sito Critica integrale il 29 giugno 2022.

 

Fare attenzione alla parola “poesia”. Come niente quella parola si impanca con una iniziale maiuscola. Pensavate di pronunciarla in senso neutro, puramente tecnico (come versificazione, ovvero testo che va a capo) e invece no, viene recepita ormai in senso sostanziale, le antenne si tendono a captare il moto del sentimento, l’espressione intima, la lingua dell’anima, la purezza eterea e via sensocomuneggiando. Quante volte lo si sente dire? La poesia è un dono, ha a che fare con la grazia, con l’incantesimo, richiede un ascolto devoto per cogliere le sue sfumature, una ricezione nel raccoglimento e altre enunciazioni quasi tutte di sapore parareligioso.

Di fatto, la poesia è emarginata nel regno della comunicazione globale, è homeless senza casa (editrice), ma quella che resta in attività fattasi privata è essenzialmente del privato che finisce ad occuparsi, proprio del proprio privato – e si declina quindi consolatoria e compensativa. È l’“aura fritta”, come dice con calembour felice Felice Accame.

Non t’accorgi, ma solo a pronunciare la parola “poesia” sei subito risucchiato nel regno dello spirito, illusoriamente contrapposto a quello del capitale, sebbene lui, il capitale, si sia a sua volta spiritualizzato. Per precauzione, sarebbe opportuno aggiungere, prego, almeno una minima specifica; va bene che avanguardia è troppo impegnativo, che sperimentalismo sembra eccessivamente meccanico, si trovi un’altra forma, qualsiasi cosa, ma non si lasci mai la parola poesia da sola senza l’accompagno di un attributo che la definisca e la scinda; altrimenti fa danni, perché, per quanto vi sforziate di scrivere in modo abnorme e deviante, nell’insieme confuso uniforme, in quanto “poeti”, sarete sempre riassorbiti nel novero di un discorso da predisporsi a riceverlo con il passepartout dell’emozione – e buonanotte.

Come rimedio, si può seguire l’indicazione di Marco Giovenale e cominciare a discutere sulla “ricerca”, come si è fatto nella riunione Esiste la ricerca? (allo Studio Campo Boario, il 16/06/2022). In questo caso, in via cautelare, il termine “poesia” era stato prudentemente taciuto, almeno nel titolo). Si veda il sito dello stesso Giovenale, Slowforward, per seguire l’andamento di un dibattito che si spera continui proficuamente.

Intanto, un minimo consiglio: tre accorgimenti per evitare la confusione.

  1. Radicalità. Se vi sembrano naturali certe disposizioni, fatene a meno, andate al fondo e rovesciate lo standard, cercate se non il nuovo (che quello ormai nasce già vecchio nel periodico rinnovarsi della moda), ciò che incide, indispone, sconcerta. Sorpresa e straniamento siano le linee conduttrici della “ricerca”, che non s’acquieti e non s’inquadri in risultati prevedibili, come una semplice comparsa nel ventaglio dei prodotti possibili.
  2. Auto-antitesi. È l’indispensabile contraltare della libera creatività. La creatività non è mai libera, senso comune e ideologia sono precisamente le prime cose che vengono in mente. Servono contraccolpi, il testo deve lottare con se stesso. Rebora scrisse giustamente: “è in odio alla poesia che ho poetato”. L’auto-antitesi è la molla di una sicura dinamica del testo, l’assillo che non gli fa dormire sonni tranquilli, la voce dialogizzante che lo rende conflittualmente vivo.
  3. Intransigenza. Se la radicalità va raggiunta e non è mai certa altro che a posteriori, se l’auto-antitesi porta un po’ di sofferenza perché decostruisce ogni identità, l’intransigenza è la cosa più difficile. Non crediate, confesso che anch’io ho avuto i miei momenti, troppi, di indulgenza. Perché l’intransigenza costa: fa respingere gli inviti, rompe i rapporti di amicizia, conduce all’isolamento. Se la teoria la proclama necessaria, in pratica – oggi come oggi – è impossibile. Ma si può provare ad alzare poco poco l’asticella, senza pretendere di raggiungere il massimo. Propongo questo atteggiamento: quando ti invitano a una lettura di “poesia”, chiedi almeno di avere una sezione per la “poesia + x”, o se non altro una precisa indicazione di provenienza da “territorio non contaminato”. Cominciare con poco: nel frattempo tocca alla critica lavorare a sfaldare quel significato sostanziale di “poesia” e di “poetico”, ricondurlo alla tecnica e alle differenze di tendenza delle diverse tecniche versificatorie, anche diametralmente opposte. E torniamo all’inizio, alla divisione polemica del settore: insomma, alla tendenza alternativa.