FERMATA PIAZZALE ISTRIA (MM5)

Sono le nove. Minuto più minuto meno. Scale della metropolitana lilla. Ancora qualche gradino e sono per strada. Strada che, come ci si aspetta in autunno, è ricoperta di foglie che fanno cric crac quando ci cammini sopra. Ma l’aria è quasi primaverile, c’è un vento leggero e anche la luna. Insomma, bello. Cammino verso casa con le chiavi che tintinnano in mano e vedo poco lontano la figura di un uomo che cammina curvo tenendo per mano una bambina. Capisco che è una bimba perché ha una gonnellina, rossa. Ha anche un giubbotto rosso, rosse anche le scarpe. La borsettina che sfoggia come una piccola signora è a fiori, rossi ma anche blu e bianchi. Mi avvicino sempre di più. Vedo che ha anche due bei codini. Ed è proprio piccola piccola. Istintivamente le sorrido e lei di rimando mi dice “Ciao”. Il gobbissimo padre sta facendo un evidente sforzo per dare dignità a questa sua andatura ma non accenna raddrizzarsi e neppure a prendere la sua bambina in braccio per velocizzare la passeggiata. E mentre sto passando di fianco dice quasi a giustificarsi “ si è messa elegante per uscire di sera”. Caro papà che più tardi probabilmente subirai i postumi di questa camminata innaturale, la tua bambina è proprio fortunata. Ti auguro di camminare insieme a lei a lungo, a lungo, a lungo. Magari un po’ più comodo di così.